Frammenti di un Discorso Artistico

Benvenuti nella nostra, e vostra, nuova rivista Roman Walks. Passeggiate romane.

Il primo dicembre 2018 c’è stato il nostro battesimo editoriale e Roman Walks è uscita per la prima volta nelle edicole, nelle librerie, nei luoghi di interesse turistico e su internet.
Il progetto di questo trimestrale su Roma, sull’arte, la cultura e la fotografia creativa, si presenta all’attenzione del pubblico dopo un lungo lavoro di esplorazione e ricerca durante tutto il 2018. Risale infatti al dicembre 2017, alla fiera Più libri più liberi, l’incontro tra il nostro Studio e la casa editrice Lozzi, dopo il quale ha cominciato a prendere forma l’edizione che avete tra le mani, battezzata da una riunione che ha avuto luogo lo scorso 9 giugno 2018, all’hotel Gianicolo di Roma, nella quale furono gettate le basi dell’accordo che avrebbe unito Ca’ Art Studio, la nostra factory di fotografia creativa di Floriana Cason e del sottoscritto, alle Edizioni Lozzi, di Roberto Lozzi, e al quotidiano La Notizia, di Gaetano Pedullà.
Durante l’intenso lavoro degli scorsi sei mesi, ci siamo resi conto che questo primo numero della rivista, per l’impegno che ci ha richiesto, l’accuratezza, il dettagliato, la meticolosità che ha reso indispensabile, ha rappresentato per noi un vero e proprio mandala di sabbia, fatto dai monaci tibetani. Ora che avete in mano la rivista, il nostro lavoro viene spazzato via. Tutto da annullare per ricominciare da capo. È la natura transitoria della vita materiale. L’impermanenza. C’è il secondo numero della rivista a cui pensare (in uscita il primo marzo 2019).
“La farfalla”, come recita Rabindranath Tagore, “non conta i mesi ma i momenti, e ha tempo a sufficienza”.
Roman Walks si ispira a Camera Work di Alfred Stieglitz e allo stile pittorialista che ha caratterizzato la storia della fotografia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo.
“La mia passione per la fotografia è più grande che mai e Camera Work è una follia. Tutto quello che nasce dallo spirito sembra un follia in quest’epoca di materialismo” (Alfred Stieglitz).
L’idea iniziale di questa rivista è diventata un progetto editoriale dopo circa un decennio di laboratori di fotografia creativa a Roma i quali, in buona parte, si sono espressi attraverso lo stile Neo-Pittorialista delle nostre immagini, le mostre d’arte fotografica, con i tableau vivant e la staged photography, al Teatro Tordinona di Roma, e le Passeggiate romane d’arte e fotografia con il “ritratto ambientato”, nel centro storico della città.
Nel 2013 aveva preso forma un prototipo di questa pubblicazione con il titolo “Il lato ignoto della fotografia”, dalla quale esperienza nacque poi l’ Image Factory che, con il suo Manifesto programmatico, scelse come proprio stile, modalità espressive opposte al reportage, e alla sua vocazione della “rappresentazione della realtà”, per aderire a quella visione pittorialista che rendeva la macchina fotografica uno strumento creativo nelle mani dell’artista, così come lo sono il pennello e la tela nelle mani del pittore, lo scalpello e il marmo nelle mani dello scultore: “la rappresentazione delle proprie idee e della propria visione della realtà”.
“L’Impressionismo ha dimostrato che vediamo tutti in modo diverso. Questo ha fatto bene alla fotografia e ha dimostrato che dovremmo rappresentare quello che vediamo noi e non quello che vede l’obiettivo. Vediamo esattamente quello che siamo stati educati a vedere e, se siamo fortunati, qualcosa in più ma non molto. Dovremmo essere molto attenti nel decidere cosa imparare”. (Henry Peach Robinson).
Camminando per questo sentiero, è stato naturale incontrare il fotografo americano Minor White, continuatore dell’ideologia di Stieglitz, e simpatizzare con le idee artistiche di Man Ray (“l’Arte non è fotografia”), con le teorie di Betty Edwards (“Il problema è vedere”), e con i paradossi di Michael Michalko (“Puoi lamentarti che le rose hanno le spine, oppure gioire del fatto che le spine hanno le rose”). Quest’atlante del “pensiero creativo” in arte, e di come trasformare la creazione di immagini (quel banale “scattare una foto”), in uno strumento di cambiamento di se stessi, di metamorfosi, è contenuto negli articoli della nostra rivista, e rappresenta forse il messaggio principale che amerebbe lanciare Roman Walks, creatura (consapevole) del daimon di James Hillman (e Platone).
Alcune pagine della rivista sono dedicate alle immagini prodotte dalla Image Factory, con l’idea di aprire una tribuna di confronto con i lettori e con le vostre idee sull’arte visiva e sulla fotografia.
Nel primo numero, la storica dell’arte Bruna Condoleo e la fotografa Livia Mazzani rispondono alla provocazione di Man Ray su Che cos’è una bella foto?, proponendo le loro immagini. I fotografi della Factory, subito a seguire, creano le loro Storie dietro le immagini basandosi sul pensiero che Gustav Flaubert ha dedicato a Roma.
Mandateci i vostri commenti e le vostre foto con le quali dar vita ad un dibattito su Man Ray e dare il vostro volto al pensiero di Flaubert. Pubblicheremo i vostri contributi sul sito internet della rivista (www.romanwalks.org) e sulla “posta dei lettori” nel prossimo numero di primavera.
Con le sue 28 pagine, la Passeggiata romana d’arte e fotografia rappresenta il contenuto di maggior spicco e fascino della rivista: un inserto monografico, da collezione, primo di dodici percorsi nel cuore di Roma (il piano dell’opera è pubblicato sul retro del poster estraibile sulla Fontana di Trevi), alla ricerca di vizi e virtù della Città eterna, e alla scoperta dell’artista che è in noi.
Tutto d’un fiato, il viaggio avventuroso a Fontana di Trevi, guidato, niente di meno, da un artista del Settecento (scoprite chi è): come fotografare il Rione Trevi, l’Acquedotto Vergine, ciò che resta della Dolce Vita, le chiese, l’acqua delle sinfonie di Respighi, le monetine lanciate nella vasca, la Fontanella degli Innamorati. Decine di immagini commentate dagli stessi autori, con il proposito di dare ispirazione a voi lettori e invitarvi a fare “meglio di noi”. Leggete e mandateci i vostri commenti e, soprattutto, le vostre foto da pubblicare.
A Roma sono nate la nostra Image Factory e questa rivista. A Roma, come ama sbalordire il nostro Cesare De Bartolomei, non sai mai cosa trovi alzando un sampietrino. Ma noi non siamo fanatici di questa città, né pensiamo che sia “la più bella del mondo”; non rivendichiamo nessun primato, né cantiamo stornelli; non ci deliziamo del “ponentino” o del “biondo” Tevere, ma abbiamo la dignità degli artisti e degli intellettuali romani i quali, esterrefatti da immondizia e buche stradali, vorrebbero tornare a provare orgoglio per essere nati qui. La dignità di persone che hanno conosciuto e vissuto Roma come un luogo di creatività, tolleranza, divertimento, spiritualità, benessere, storia. E che, come racconta l’amico Luca Verdone, nell’appassionante intervista che ci regala, vorrebbero tornare a sognare.
Per incontrarci, conoscerci e confrontarci, vi invitiamo a visitare la nostra mostra d’arte fotografica Vizi e virtù di Roma durante il mese di dicembre alla galleria d’arte Monogramma (in via Margutta 102), proprio dove ha avuto luogo la presentazione della rivista. Oppure da gennaio 2019 al foyer del Teatro Tordinona (in via degli Acquasparta 16). Potete anche partecipare con le vostre reflex e con i vostri smartphone, assieme ai vostri accompagnatori, alla nostra Passeggiata fotografica alla Fontana di Trevi, a dicembre 2018 e poi nuovamente a febbraio 2019: scoprirete cose insospettate di Roma e, soprattutto, conoscerete la fotografia e il ritratto ambientato, assieme agli autori della nostra Image Factory.
Infine, è possibile incontrarci e discutere su Roma, l’arte e la fotografia, a Together Mansion (in viale Glorioso 14): prendendo parte ad uno dei nostri allestimenti scenici fotografici (“tableau vivant”), sullo stile della performance “dal vivo” del 2 dicembre 2018: I Romani della Decadenza di Thomas Couture.
Buona lettura con questo primo numero di Roman Art & Photo Walks.
In “To Rome with Love” di Woody Allen, a un certo punto Jack dice:
“È incredibile che il Colosseo stia ancora in piedi dopo migliaia di anni. Io e Sally dobbiamo rimettere le mattonelle al bagno ogni 6 mesi”.
L’eternità di Roma sconcerta gli americani… Ad Andy Warhol, la cui mostra è in corso a Roma fino al 3 febbraio 2019, il primo numero di Roman Walks dedica “l’evento artistico” di maggior rilievo dell’inverno. E quindi vorrei salutarvi con le sue parole (in basso). Ringraziarvi per la preferenza che ci avete accordato. E invitarvi a “restare collegati”.

Gabriel Rifilato
gabriel.rifilato@gmail.com

“Roma viene chiamata la città eterna perché tutto è così vecchio e sta ancora in piedi. Si dice sempre: Roma non è stata costruita in un giorno. Forse sarebbe stato meglio, perché meno tempo ci metti a costruire una cosa, meno dura, meno si deve attendere per avere nuovamente lavoro, per rimpiazzarla. Rimpiazzare ciò di cui non si può fare a meno tiene la gente occupata. Quel che succede a Roma è che le donne finiscono tutte in cucina a preparare da mangiare e nelle fabbriche a cucire vestiti, mentre gli uomini non fanno niente perché i palazzi sono già stati fatti e non stanno ancora cadendo! Questo è il motivo per cui si vedono tanti uomini nelle strade di Roma, in qualsiasi ora del giorno e della notte.

Tratto da “La filosofia di Andy Warhol”

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