Sognando a occhi aperti. Un sognatore ha buone idee. È lì che nasce la creatività.

L’uomo, diceva il regista Akira Kurosawa, è un genio quando sogna. Molte delle invenzioni scientifiche, capolavori artistici, utopie politiche, le dobbiamo alla nostra capacità di fuggire dalla realtà.

La tendenza della mente a vagare e a spostare l’attenzione su altro, senza un’intenzione chiaramente definita: sognare a occhi aperti. Ma il significato di “Daydreaming” può anche essere associato a una indisciplina mentale, a scarsa efficienza, a incapacità di concretezza. Sognare a occhi aperti, divagare, lasciare che la propria mente si assenti dal presente, ha invece funzioni importanti e molto positive per la mente. È anche una tecnica di sopravvivenza, mirata a mantenere l’equilibrio mentale in situazioni stressanti.

Uno studio condotto dallo psicologo americano Jonathan Schooler, all’ Università della California di Santa Barbara, ha rivelato come le persone che sapevano riconoscere il proprio “Daydreaming” erano anche quelle maggiormente creative. La creatività quindi nasce da una condizione specifica della mente che consiste, a grandi linee, in un auto-osservazione del proprio stato di coscienza. È ciò che accade a chi riesce a rendersi conto di essere in un “sogno a occhi aperti”, in quella fase di dormiveglia nella quale spesso ci troviamo, ma non solo, al mattino, dopo il risveglio. Per Walt Disney questa specie di tecnica fu un metodo di lavoro: era solito analizzare le proprie idee da tre diversi punti di vista: sognare ad occhi aperti nuove idee e progetti (fase del sognatore), studiare come metterli in pratica (fase del realista), criticarli per renderli migliori (fase del critico). Il sognatore ha buone idee. Il realista se ne rende conto. Il critico osserva se le idee possono o meno essere messe in pratica. Il “test creativo” di questo numero di Interview è dedicato proprio alla tecnica di Walt Disney.

Il processo di “vagabondaggio mentale” è quindi fondamentale, ma dobbiamo cercare di unirlo alla meta-coscienza, per poter dire: “ecco un’idea creativa che mi è saltata in mente”. È necessario, in conclusione, lasciare il pensiero libero e creativo, ma è altrettanto necessario sviluppare l’area razionale della nostra mente, in grado di valutare ed elaborare l’idea creativa. 

Se puoi sognarlo, diceva Walt Disney, puoi farlo!

Il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l’attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l’autore, il pubblico e il critico (Carl Gustav Jung).

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